Tenersi in alto
Immobili tra i grattacieli
E il prato del Gulbenkian
E il grano sui dipinti nelle gallerie
La paura di riperderti a star con chi non ti desidera
E rinarrare la mia saga a un'altra lei
Lei che non sa che bella è, ma anche se l'amo non è te
Scontrini sulle scale della metro rotolano via, così liberi
Se mi dà una crescita quello che mi eccita lo faccio qua
Distinguere il superfluo da necessità è uscire dalla cecità che mi agita
Sembra che l'universo si sia messo a lavoro presto, infatti
Le tue firme sul mio corpo sono muscoli contratti
A chi non piacerebbe averti in lista tra i propri contatti, sfido io
Ascolto la tua voce che copre un brusio generale, ma
Sapessi quanto avrei da raccontarti, in città le stanze sempre più care
Gli sforzi e le risorse da allocare, questi agognano la fama
Io per ogni amico sogno un trilocale
Le piante sul davanzale, bianco che ingoia verde
Verdure con poco sale con il lavello che perde
Fuori la luce esplode, lascio le finestre aperte
Ciò che voglio è già mio, è il frutto delle mie ricerche
La mia vita invertita, è una baia al buio
Mare caldo, sabbia fredda
Ci scrivo su affinché qualcuno legga, piede perno a terra, saldo
Schivo i colpi che la pigrizia mi sferra
Se mi dà una crescita quello che mi eccita lo faccio qua
Distinguere il superfluo da necessità è uscire dalla cecità che mi agita
Se mi dà una crescita quello che mi eccita lo faccio qua
Distinguere il superfluo da necessità è uscire dalla cecità che mi agita